Riassunto

Dal 10 luglio 2025 è in vigore la Legge di delegazione europea 2024 (n. 91/2025), che introduce anche in Italia l’attuazione della Direttiva (UE) 2023/1544 e del Regolamento (UE) 2023/1543 in materia di prove elettroniche nei procedimenti penali. Con l’ordine europeo di produzione (EPOC) e di conservazione (EPOC-PR), le autorità giudiziarie potranno acquisire dati digitali da provider situati in altri Paesi UE in tempi rapidi e con efficacia vincolante. Il recepimento della normativa cambierà profondamente la gestione delle prove digitali e impone a magistrati, avvocati e consulenti forensi un nuovo approccio tecnico e giuridico.

Prove digitali: con la Legge di delegazione europea 2024 nasce anche in Italia la “prova europea”

Dal 10 luglio 2025 è entrata ufficialmente in vigore la Legge n. 91/2025, rubricata “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea”. Si tratta della tradizionale Legge di delegazione europea, attraverso cui lo Stato italiano si adegua agli obblighi imposti dal diritto derivato dell’Unione Europea.

Tra le numerose novità contenute nella legge, spicca — per importanza sistemica e impatto operativo — il recepimento della Direttiva (UE) 2023/1544 sull’acquisizione delle prove elettroniche nei procedimenti penali, e l’attuazione del Regolamento (UE) 2023/1543, entrambi già in vigore a livello europeo.

Una svolta nella cooperazione giudiziaria: nasce la “prova europea digitale”

Il nuovo impianto normativo introduce due strumenti fondamentali:

▸ Ordine europeo di produzione (EPOC)

Permette a un’autorità giudiziaria di uno Stato membro di ordinare direttamente a un fornitore di servizi digitali, anche stabilito in un altro Paese UE, di trasmettere dati elettronici specifici: contenuti, metadati, dati di traffico, identificativi IP.

▸ Ordine europeo di conservazione (EPOC-PR)

Consente di congelare dati digitali in vista di una futura richiesta formale, evitando la perdita di elementi rilevanti per l’indagine o il processo.

Entrambi gli ordini sono vincolanti per i provider destinatari, che avranno termini molto stringenti (spesso 10 giorni o addirittura 8 ore in caso di urgenza) per conformarsi.

Il recepimento italiano: verso un nuovo codice della prova digitale?

La Legge n. 91/2025 affida al Governo una delega normativa di 18 mesi per:

  • integrare nel codice di procedura penale i nuovi strumenti europei di produzione e conservazione delle prove digitali;

  • definire le autorità competenti all’emissione e ricezione degli ordini;

  • regolare le garanzie per il contraddittorio e la tutela dei diritti fondamentali;

  • disciplinare le sanzioni per l’eventuale inottemperanza da parte dei provider.

Questo processo di recepimento inciderà fortemente sulla strategia difensiva nei procedimenti penali: la prova digitale assumerà un profilo sovranazionale, e sarà sempre più necessario verificare:

  • la correttezza dell’acquisizione transfrontaliera dei dati;

  • la legittimità degli ordini EPOC e EPOC-PR;

  • l’integrità e la tracciabilità tecnica della prova in ingresso da altri Paesi UE.

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Un nuovo ruolo per il consulente forense

In questo scenario, la figura del perito trascrittore forense, dell’esperto in audio digitale, del consulente in digital forensics, assume una funzione centrale. Sarà determinante affiancare la difesa nei seguenti compiti:

  • validazione e autenticazione della prova digitale ricevuta tramite EPOC;

  • verifica della fonte, del formato e della catena di custodia dei dati;

  • redazione di pareri tecnici su interoperabilità e legittimità dell’acquisizione.

Conclusioni: il giusto processo nell’era della prova digitale europea

Il pacchetto europeo sulle prove elettroniche rappresenta un passaggio epocale: si abbandonano le lentezze delle rogatorie e si entra in un sistema interconnesso, digitale, diretto, ma non privo di rischi per i diritti difensivi.

Come criminalista e consulente tecnico in digital forensics, ritengo fondamentale monitorare con attenzione l’attuazione della direttiva, affinché la ricerca della verità non si traduca in compressione delle garanzie costituzionali.

La prova elettronica è il cuore del processo penale moderno. E da luglio 2025, anche in Italia, diventa ufficialmente europea.